Testimonianza 6: Dio non è un bancomat
Come tanti nasco cattolica, famiglia con preti suore e sagrestani.
Modelli diversi, dalla fede semplice dei rosari sgranati delle zie paterne alla zia materna suora dolcissima espressione di una fede di amore che si dona senza schemi rigidi e giaculatorie. Ricordo rosari sgranati la sera, lumini accesi con preghierina alla Madonna, proteggi mamma e papà, l’emozione di una prima comunione che ti faceva diventare grande.
Poi mamma si ammala di una malattia seria, non grave, resta in ospedale un mese e io faccio un fioretto : vado alla funzione del mese di maggio tutte le sere e per la prima volta parlo davvero con il cuore a Gesù e alla Madonna, è un primo vero Incontro. Quindi adolescenza, vita di parrocchia zero, si studia sodo e il prete del catechismo è autoritario non mi piace. Ho un prof di religione che mi fa l’esegesi del Padre Nostro a scuola, resto affascinata, la fede è anche cultura non solo lumino e fioretto! Ma è una cultura che sa sempre un po’ di muffa e sagrestia, sono giovane voglio essere cool leggo Proust ed Hermann Hesse e finisce lì, la fede resta sullo sfondo della scena come una quinta scolorita che non riesci bene a mettere a fuoco. La vita cammina veloce con le sue urgenze, studio lavoro farsi una famiglia, ma a un certo punto il meccanismo si inceppa ,un imprevisto come un granello di sabbia entra nell’ingranaggio che pian piano comincia a scardinarsi. Le cose non vanno secondo i tuoi piani, seppure accurati e ben fatti. L’imponderabile ti si para davanti come un muro contro il quale sbatti il muso, e fa male. E’ il trentesimo anno, e come nel romanzo di Ingeborg Bachmann ci sono domande che ti urlano dentro e vuoti che ti risucchiano che non puoi più ignorare. Riprendo a cercare, una amica mi regala una Bibbia, un’altra mi invita a preghiere di liberazione e guarigione. E’ quasi un rito magico, fai questo e quello e il Signore ti aiuta, magicamente svaniranno i tuoi problemi e vivrai felice e contenta nel paese dei fiumi di latte e miele, perchè il Paradiso è già qui e ora se ci crediamo forte. Faccio pellegrinaggi, compro rosari e magliette con sopra scritto PRAY HARD, e le faccio benedire. Faccio patti con Cristo , ecco vedi tu adesso mi aiuti ad avere quello che cerco, i piccoli gadget di cui ho bisogno e io parlerò bene di te a tutti, ti farò una gran pubblicità e dirò a tutti che sei un grande, ci stai? Eddai dimmi di si, e fai presto! A volte penso di essere stata cattiva, arrogante e presuntuosa, avere pregato poco ed essere stata punita. Altre che il Signore aveva fatto in modo di catturarmi e salvarmi. Altre ancora non ci capisco un tubo ma concludo che tutto sommato andava bene così, fare del bene e pregare sono cose buone comunque. Ricevo una Grazia. Mi monto la testa. Penso che Dio sia un bancomat al mio servizio, o amazon… finalmente si è sbloccato, chiedo qualcosa, metto preghiera fioretto pellegrinaggio e ricevo il pacchetto. Ed è così che mi arrivano delle sventole che neanche ti immagini, Dio è (anche) maschio, e a volte mena pure. Adesso non so come definirmi se non ovviamente una in cammino. Faccio della caritativa, quando riesco prego ma a volte sto semplicemente in silenzio davanti al mistero. Il mistero del male, il mistero del dolore, il mistero della gioia. In tutto questo: Deus absconditus miserere nobis. Qui su Facebook ho incontrato anche delle proposte per un modo di vivere il mio essere donna nella chiesa che non condivido perché riducono l’essere donna alla sola funzione generativa. Una mistica della maternità che non sento appartenermi perché credo soprattutto all’essere umano in sé, a una individualità anche indipendente da visioni pansessualistiche. Siamo sessuati certo, ma abbiamo anche anime pensieri progetti visioni del mondo non necessariamente improntati e caratterizzati dal sesso di appartenenza.Riscoprire la carne va bene, risorgeremo col corpo ma per favore non dimentichiamo lo spirito.