Testimonianza 2: “nonostante tutto amo ancora la teologia”
Circa 9 anni fa, all’inizio del mio percorso di studi, il nostro vescovo, intervenuto all’inaugurazione dell’anno accademico, disse:” E mi raccomando, voi donne, non infastidite i seminaristi!” Negli anni, ho vissuto con i seminaristi molta parte della mia e della loro quotidianità. È davvero difficile superare il fastidio di essere guardata con sufficienza da un ragazzino di vent’anni che ti dice:” Tu non puoi capire quanto sia faticosa la nostra vita”, mentre tu sei in piedi dalle sei, hai spedito le figlie a scuola, steso il contenuto di due lavatrici, raccolto il vomito del gatto e preparato il pranzo, e poi ti sei fatta 40 km di traffico per arrivare a lezione… Nei primi passi, stentati, di ricerca teologica, ho sbattuto violentemente contro due muri: uno è sicuramente quello dei professori maschi e compresi nel loro duplice ruolo accademico/sacrale. Ma l’altro, ben più duro, è quello delle teologhe, che si sono guadagnate a fatica la loro “posizione”, e quindi si guardano bene dal sostenere quante stanno facendo il loro stesso percorso. È chiaro che ci siano le eccezioni, io ho avuto l’enorme fortuna di conoscere uomini e donne davvero ” di Cristo”, ma appunto, sono eccezioni. Adesso che sono alla fine di questo percorso, posso constatare che, nonostante tutto, ancora amo la teologia.