Testimonianza 17: “poi è arrivato Francesco”
Sono nata qualche anno prima del Concilio, ma nel piccolo paese di montagna in cui abitavo lo Spirito del Concilio ha tardato ad arrivare. La mia educazione religiosa è stata terribile. Il Dio che ho conosciuto sin dalla prima infanzia è stato un Dio giudice, non un Padre amorevole, un Dio pronto a castigare per ogni piccolo errore. Si era “credenti” per timor di Dio , non per amor di Dio…la suora che ci faceva catechismo, mostrandoci delle macchie sul muro, solo molto più tardi ho capito che erano di umidità, ci diceva che erano le impronte delle manine dei bambini cattivi che erano in inferno. Non è stupefacente che già alle medie fossi diventata agnostica, ero obbligata ad andare a Messa però pensavo ai fatti miei.
All’università frequentata in una città del nord riprendo a pensare con più intensità a Dio. Sento nel mio cuore che manca qualcosa, ho il desiderio di un Dio diverso da quello che ho conosciuto, ma allo stesso tempo penso di essere lontana, ormai irrecuperabile. Non che avessi fatto chissà che, ma sono stata così lontana da troppo tempo…
In quegli anni mi interesso molto al Centro America, per via di alcune conoscenze che faccio all’università.. Seguo da vicino le vicende di quei popoli travagliati dall’ingiustizia e dalla disuguaglianza…Romero mi affascina… La notizia della sua morte, pur aspettata, mi tocca nel profondo. Il mio ritorno alla Chiesa è prima culturale, vado in biblioteca e in modo famelico leggo quasi tutti i libri della sezione “religione” , poi una sera, sotto il diluvio, sto andando in mensa a mangiare passo davanti ad una chiesa e decido di entrare. C’è la lucina di un confessionale accesa…senza pensarci due volte, quasi spinta da qualcosa più forte di me, mi avvicino e là faccio, attraverso un prete che diventerà poi per qualche anno mio direttore spirituale, l’esperienza di un Dio padre, che aspettava solo me e che da sempre mi ha amata e non ha mai cessato di farlo. Da quel momento niente è stato più uguale.
Comincio un itinerario di approfondimento della fede. Inizio ad andare a messa ogni giorno. Poco dopo all’università conosco un gruppo di focolarine ed entro a far parte del movimento. Ci resterò tre anni. Quello che mi piace è vivere in gruppo la fede, cosa mai sperimentata prima, le esperienze di servizio che faccio con le altre gen, ma vivo altre cose molto dal di fuori, per esempio non approvo il culto della personalità della fondatrice e la chiusura su se stesso, un po’ tipo setta, di questo tipo di movimento ecclesiale. Quando esco mi ritrovo da sola, non ricevo neanche una telefonata da gente che credevo amica…
Poco alla volta durante il papato di GPII mi trovo ad essere spesso in disaccordo con decisioni del Papa. Non capisco e sono contraria alla sua decisione di dichiarare che Dio stesso non vuole le donne prete, l’osteggiare la teologia della liberazione… Con il papato di Ratzinger la crisi si acuisce. Non tollero le sue aperture ai tradizionalisti, il voler ritornare ad una mitica età dell’oro che io so per esperienza non essere mai esistita. Il vedere in piazza san Pietro distribuire la comunione ai fedeli inginocchiati e sulla lingua è il colpo di grazia e per un po’ smetto di frequentare.
Poi è arrivato Francesco.
Anche ora però ho un atteggiamento un po’ altalenante con i sacramenti , soprattutto la Messa.