SOLIDARIETÀ A MONIKA SCHMID!
Il fatto: la teologa che da vent’anni era responsabile pastorale di una parrocchia, il giorno in cui ha lasciato il servizio la tv svizzera ha ripreso la Messa durante la quale – come faceva da sempre, con il tacito assenso di tutti – ha predicato. Dopo che il video è diventato virale, il vescovo è intervenuto avviando una indagine. (ndr)
Il vescovo di Coira, Joseph Bonnemain, non vuole parlare con Monika Schmid, accusata di aver tentato di celebrare l’Eucaristia, cosa vietata dal diritto canonico, finché non sarà completata l’indagine canonica preliminare. In un’intervista rilasciata al portale svizzero “kath.ch”, il vescovo ha dichiarato giovedì che avrebbe cercato un dialogo con tutte le persone coinvolte non appena i fatti del caso fossero stati esaminati obiettivamente. “Voglio decidere nel modo più indipendente possibile. Se avessi parlato prima con loro, sarei stato di parte”, ha sottolineato Bonnemain.
Il vescovo ha anche sottolineato di non aver preso alcun provvedimento nei confronti dell’ex responsabile della parrocchia. Si è limitato ad avviare l’indagine preliminare per esaminare i fatti: “Si tratta di stabilire con esattezza cosa è successo durante la cerimonia di addio. Una volta ricevuti i risultati dell’indagine, deciderò se prendere ulteriori provvedimenti”. Durante la sua visita a Roma, in occasione di un evento introduttivo per i vescovi appena ordinati, gli è stato chiesto da molte persone di parlare dell’incidente: “Il video su YouTube è stato visto in tutto il mondo.
In qualità di vescovo responsabile, Bonnemain aveva aperto l’indagine preliminare canonica prevista dal diritto canonico all’inizio di settembre. La questione è se la messa di addio di Schmid alla guida della parrocchia di San Martino a Illnau-Effretikon sia stata un tentativo proibito di celebrare l’Eucaristia senza l’ordinazione sacerdotale, che è un reato penale secondo il diritto canonico. Anche i concelebranti potrebbero essere colpevoli di favoreggiamento. L’emerito avvocato canonista di Würzburg Heribert Hallermann ha dichiarato a katholisch.de che Bonnemain non aveva alcun margine di manovra nella decisione. Non appena il vescovo o il suo vicario generale ha una “conoscenza almeno probabile” di un reato, è obbligato ad avviare un’indagine preliminare. Sulla base di questa indagine preliminare, deve poi decidere se ci sono sufficienti indizi per un procedimento penale canonico.
La celebrazione dell’Eucaristia e quindi la recita dell’orazione maggiore durante la Messa è riservata ai sacerdoti. Secondo il diritto canonico, il tentativo di celebrare l’Eucaristia senza ordinazione è un reato penale. È annoverato tra i reati gravi di cui è responsabile la sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede e non il vescovo diocesano. In linea di principio, la pena è l’interdizione. Chi è soggetto a interdetto non può, tra l’altro, ricevere i sacramenti o partecipare attivamente alle funzioni religiose e ad altre cerimonie. A seconda della gravità del reato, possono essere inflitte ulteriori punizioni fino alla scomunica.
Nostra traduzione dell’articolo pubblicato sul sito katholisch.de il 27/10/2022