Il ruolo delle donne deve essere affrontato “con urgenza” nella Chiesa cattolica
(Articolo pubblicato da “The Tablet” , traduzione nostra – leggi qui l’articolo originale )
I cattolici vogliono che il ruolo e la vocazione delle donne siano affrontati con urgenza, secondo un nuovo rapporto emerso dal processo di ascolto sinodale.
Il rapporto sinodale afferma che i cattolici esprimono ripetutamente il desiderio di una Chiesa più accogliente e inclusiva, che sradichi l’abuso di potere.
I risultati sono contenuti in un documento di 45 pagine pubblicato dall’Ufficio sinodale della Santa Sede che riassume i risultati del processo di ascolto e dialogo senza precedenti nell’ambito del sinodo globale. (vai al documento)
“Le donne rimangono la maggioranza di coloro che frequentano la liturgia e partecipano alle attività, gli uomini una minoranza; eppure la maggior parte dei ruoli decisionali e di governo sono ricoperti da uomini”, si legge nel rapporto.
“Da tutti i continenti giunge un appello affinché le donne cattoliche siano valorizzate innanzitutto come membri battezzati e uguali del popolo di Dio. È quasi unanime l’affermazione che le donne amano profondamente la Chiesa, ma molte si sentono tristi perché la loro vita spesso non è ben compresa e i loro contributi e carismi non sono sempre valorizzati”, si legge nel documento.
Il ruolo e la vocazione delle donne sono descritti come un’area “critica e urgente”, e il documento chiede un ulteriore discernimento su come includere le donne nei ruoli di governo, sulla possibilità di predicare e sul diaconato femminile.
Sull’ordinazione sacerdotale delle donne, che Francesco, seguendo Giovanni Paolo II, ha escluso, il rapporto dice che è stata espressa una diversità di opinioni, con alcuni a favore e altri che la considerano chiusa. Tuttavia, c’è un consenso sulla necessità di valorizzare il contributo delle donne alla Chiesa.
Il rapporto cita un documento dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali, l’organismo che rappresenta le religiose, secondo il quale “il sessismo nel processo decisionale e nel linguaggio ecclesiastico è prevalente nella Chiesa” e le religiose sono talvolta sottovalutate o viste come “manodopera a basso costo”.
Poco più di dodici mesi fa, Papa Francesco ha lanciato la prima parte del sinodo per “una Chiesa sinodale” che si è svolto nelle comunità cattoliche di tutto il mondo ed è stato il più grande esercizio di consultazione mai condotto nella storia dell’umanità.
Il documento, pubblicato giovedì 27 ottobre, offre un’istantanea delle opinioni dei cattolici comuni e fornisce un quadro per la prossima fase del processo sinodale. Il documento riflette quanto è stato detto finora, mentre il testo sarà discusso nelle prossime “assemblee continentali” all’inizio del 2023.
Intitolato “Documento di lavoro per la fase continentale” del sinodo, è un testo insolito in quanto non offre sentenze su argomenti contestati all’interno della Chiesa, né ha autorità didattica. Si tratta invece di un documento teologico volto a favorire il processo sinodale, in quanto esprime un “ascolto della voce dello Spirito” attraverso il popolo di Dio. È stato redatto da un gruppo di circa 30 teologi, operatori laici e vescovi che si sono riuniti per diversi giorni a Frascati, vicino a Roma, nel mese di settembre per sintetizzare i rapporti di 112 conferenze episcopali, diversi ordini religiosi e circa 150 gruppi di laici. Negli Stati Uniti, 700.000 cattolici hanno partecipato agli esercizi di ascolto dei sinodi locali; in Spagna, circa 200.000; in Francia, 150.000; in Inghilterra e Galles, 30.000. Questi numeri non hanno precedenti evidenti nel contesto cattolico.
Prendendo spunto da un passo di Isaia, “Allarga lo spazio della tua tenda”, il nuovo documento utilizza l’immagine biblica di una tenda per la Chiesa come immagine guida per le sue riflessioni centrali.
“Questo è il modo in cui molte relazioni immaginano la Chiesa: una dimora ampia, ma non omogenea, capace di ospitare tutti, ma aperta, che lascia entrare e uscire”, si legge nel rapporto.
La tenda è tenuta insieme dai suoi picchetti, “i fondamenti della fede che non cambiano ma possono essere spostati e piantati in un terreno sempre nuovo”, mentre la struttura della tenda “deve mantenere in equilibrio le diverse forze e tensioni a cui è sottoposta”. Infine, “allargare la tenda richiede di accogliere altri in essa, facendo spazio alla loro diversità”, e si tratta di “muoversi verso l’abbraccio del Padre e di tutta l’umanità”. Questo approccio “a grande tenda” include tutti ed è pronto a cambiare i suoi atteggiamenti e le sue strutture. Il rapporto fa riferimento a una serie di gruppi che si sentono esclusi, come “divorziati risposati, genitori single, persone che vivono in un matrimonio poligamo, persone LGBTQ”.
Uno degli ostacoli a una Chiesa più sinodale è il clericalismo, un fenomeno che vede il potere concentrato nelle mani di un gruppo elitario – laico o ordinato. I cattolici, si legge nel documento sinodale, “segnalano l’importanza di liberare la Chiesa dal clericalismo in modo che tutti i suoi membri, compresi i sacerdoti e i laici, possano svolgere una missione comune”. Come rimedio al clericalismo, le relazioni “esprimono un profondo ed energico desiderio di rinnovate forme di leadership – sacerdotale, episcopale, religiosa e laica – che siano relazionali e collaborative, e forme di autorità capaci di generare solidarietà e corresponsabilità”.
Il rapporto suggerisce anche che il sinodo deve affrontare un grosso ostacolo nel convincere i membri della gerarchia ecclesiastica a impegnarsi nel processo. Le “paure e le resistenze” del clero nei confronti del sinodo sono state spesso citate nei rapporti inviati a Roma, mentre alcune delle “voci meno evidenti” nel processo sinodale sono state quelle di vescovi e sacerdoti. Il sinodo ha affrontato non poche sfide, tra cui l’incapacità di organizzare incontri in alcuni luoghi, una “scarsa presenza della voce dei giovani” e coloro che hanno rifiutato del tutto il processo.
Ma i passi verso una Chiesa più sinodale sono ancora agli inizi. Francesco, che compirà 86 anni a dicembre, ha recentemente esteso il processo per garantire che continui fino all’ottobre 2024, in modo da non affrettare l’esercizio.
L’ultimo documento si concentra fortemente sul processo di sinodalità, in cui l’ascolto e il discernimento collettivo diventano parte della cultura e delle strutture della Chiesa. Il rapporto afferma che la sfida chiave è trovare il modo in cui vescovi, sacerdoti e laici possano assumersi congiuntamente la responsabilità della missione della Chiesa, ma in modi diversi. Molte chiese locali chiedono che il processo decisionale nella Chiesa si basi su “processi di discernimento comunitario” che includano laici e ordinati che lavorano insieme. Il rapporto descrive i consigli pastorali come “indispensabili”, mentre una maggiore trasparenza, in particolare alla luce della crisi degli abusi, è considerata un prerequisito per una Chiesa più sinodale.
“Un’attenta e dolorosa riflessione sull’eredità degli abusi ha portato molti gruppi sinodali a chiedere un cambiamento culturale nella Chiesa in vista di una maggiore trasparenza, responsabilità e corresponsabilità”, si legge.
Tutte le istituzioni della Chiesa, in quanto organismi pienamente partecipativi, sono chiamate a considerare come integrare la chiamata alla sinodalità nei modi in cui esercitano le loro funzioni e la loro missione, rinnovando le loro strutture e procedure”.
Inoltre, si chiede una maggiore enfasi nella Chiesa sull’impegno ecumenico e interreligioso, con una “testimonianza più unita tra i cristiani e tra le comunità di fede” descritta come “un ardente desiderio”. Tutto questo fa parte della richiesta di una Chiesa più orientata verso l’esterno e missionaria.
L’esperienza sinodale viene descritta come “novità e freschezza”, con molti nella Chiesa che affermano che questa era la prima volta che veniva loro chiesto un parere. Allo stesso tempo, i teologi hanno ripetutamente sottolineato che i processi sinodali sono radicati nelle Scritture e nella tradizione e sono un tentativo di riscoprire qualcosa della tradizione cattolica. Il documento spiega che il cammino verso una Chiesa sinodale è paragonabile al ricongiungimento dei membri di una famiglia dopo un periodo di lontananza.
“Si potrebbe dire che il cammino sinodale ha segnato i primi passi del ritorno da un’esperienza di esilio collettivo, le cui conseguenze si ripercuotono sull’intero Popolo di Dio: se la Chiesa non è sinodale, nessuno può sentirsi davvero pienamente a casa”, si legge nel rapporto.
Anche la liturgia è citata come una preoccupazione chiave. Molti cattolici desiderano una forma di culto più partecipata, mentre “una particolare fonte di sofferenza sono le situazioni in cui l’accesso all’Eucaristia e agli altri Sacramenti è ostacolato o impedito”. La qualità delle omelie durante la Messa “è quasi unanimemente segnalata come un problema”, mentre il modo in cui si svolgono le celebrazioni rischia di rendere i fedeli osservatori passivi di ciò che avviene. Viene espresso il desiderio di una maggiore “diversità nelle forme di preghiera e di celebrazione”, che renda il culto più accessibile.
Per quanto riguarda il vecchio rito della Messa, il documento cita “nodi di conflitto” che devono essere “affrontati in modo sinodale” e che un certo numero di persone nella Chiesa non si sente ancora a proprio agio “dopo gli sviluppi liturgici” che si sono avuti dopo il Concilio Vaticano II del 1962-65. L’anno scorso, il Papa ha limitato l’uso della liturgia precedente al Concilio Vaticano II, con una mossa che ha sconvolto i tradizionalisti della liturgia. Il documento sinodale cita il rapporto degli Stati Uniti, che dice che le restrizioni sul Rito Antico sono state “deplorate” e che “le persone da ogni parte della questione hanno riferito di sentirsi giudicate da coloro che differiscono da loro”.
La prossima fase del processo sinodale si svolgerà in una serie di assemblee in vari continenti da gennaio a marzo 2023, che dovranno includere rappresentanti di tutta la Chiesa. L’assemblea europea si svolgerà nella Repubblica Ceca dal 5 al 12 febbraio 2023, mentre quella africana si terrà ad Addis Abeba, in Etiopia, dall’1 al 7 marzo 2023. La Chiesa centro e latinoamericana ha in programma cinque diversi eventi in El Salvador (13-17 febbraio 2023), Repubblica Dominicana (20-24 febbraio 2023), Ecuador (27 febbraio-3 marzo 2023) e Brasile (6-10 marzo 2023).
Ma prima di questi incontri, ogni vescovo diocesano dovrà “organizzare un processo ecclesiale di discernimento” sul nuovo documento, che sarà poi sottoposto alle singole conferenze episcopali. Le conferenze presenteranno poi un rapporto a ciascuna assemblea continentale, che dovrà redigere un documento di “un massimo di circa venti pagine”. Questi documenti dovranno essere inviati all’Ufficio sinodale della Santa Sede e costituiranno il documento di lavoro per il vertice dei vescovi che si terrà dal 4 al 29 ottobre 2023.