“Una spina nella carne mi è stata data”: un incontro con Paolo (seconda parte)
di Silvana Baldini
…Lo scriba deglutì a vuoto, decise di rimandare a dopo lo stupore, si mise a rovistare nelle pergamene vecchie che portava dentro un rotolo; ne srotolò una e ci scrutò dentro
-Eravamo rimasti…eravamo rimasti che il mondo affonda tutto nel peccato e non c’è nessuno giusto davanti a Dio.-
-Ecco, sì.-
– E che la Legge…la vostra Legge, non è apparecchio sufficiente per salvarsi…-
-Esatto. Ripartirò a dettare da qui. Dunque ascolta, fai attenzione: …dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso. Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge delle fede. Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge. Forse che Dio è Dio soltanto dei Giudei? No lo è anche dei pagani? Certo! Anche dei pagani, poiché non c’è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi e per mezzo della fede anche i non circoncisi . Hai scritto?-
– Sì-
– Rileggimi l’ultima riga –
– Poiché non c’è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi e per mezzo della fede anche i non circoncisi –
– E’ un punto delicato , sai? Tutta la discussione di ieri sera è nata da qui.-
-Ho visto.-
Cadde un silenzio. Ognuno dei due riviveva la scenata della sera prima. Aveva provocato un pandemonio quell’ultima predicazione di Paolo. Nella sala di riunioni della comunità corinzia c’erano state imprecazioni, braccia alzate al cielo, barbe strappate, pergamene gettate a terra e calpestate. Un caos.
– Ti sei scandalizzato?-
-Uno schiavo non si scandalizza –
Lui aprì la bocca per parlare ma poi tacque
-E uno schiavo neanche pensa – aggiunse lo scriba – e tuttavia, se permetti, ti dirò lo stesso la mia opinione.
– Dì. Coraggio.-
– Ebbene, io penso che Apollo non aveva del tutto torto, ieri.-
– In che senso?-
– Nel senso che voi Giudei, almeno a quel che ho capito da quando ti faccio da aiutante, siete o no convinti che il vostro Dio vi ha scelti tra tutti gli altri popoli, ha fatto un’amicizia speciale con voi e vi ha dato tutte le prescrizioni per arrivare alla salvezza?-
– Sì. E allora?-
– E allora, mi pare che tu non puoi – scusa – dire in pubblico, ad anziani, saggi e anche a gente nuova, che tutto questo è spazzatura e che non c’è più ne’ Giudeo ne’ Greco, ne’ schiavo né libero, né uomo ne’ donna… e che la salvezza è per tutti, che basta la fede in questo Cristo-
-Eppure è così –
– Sarà, ma bisogna dimostrarlo!-
– Ti sembra che una cosa del genere la si possa dimostrare?-
-No, ma…ma mi metto nei loro panni, Perché dovrebbero crederti? Da una parte hanno Mosè che parla con Dio e dall’altra… te. Te. E chi sei tu?-
Paolo si era alzato, con una mano si era appoggiato al telaio che occupava quasi tutto l’ambiente; era chiaro che cercava non cadere e che non ci vedeva–
-C’era una brocca d’acqua qui da qualche parte- ansimò guardandosi attorno- Comincia a fare caldo-
Lo scriba si scrollò dalla posizione a gambe incrociate e, senza alzarsi, da un angolo dello stanzino sollevò una brocca.-
– Questa?-
-Sì. Mi potresti mettere un po’ d’acqua nella ciotola? Sai, non ci vedo mai tanto bene… dopo. – –
-Certo, ora ti aiuto, poi però, dammi retta, fermiamoci con il lavoro. Dirò a Priscilla di mandarti il medico.-
-Non voglio nessun medico.-
– Allora ti mando io, Eutichia –
– Chi è Eutichia?-
-La vecchia ortolana. E’ lei che cura noi schiavi della casa. E’ brava sai? Conosce tutte le erbe..-
– E vada per l’ortolana! Dopo, però. –
-Non vorrai andare avanti a dettare? –
– Sì, ancora un po’. Prima però ho bisogno di riflettere un momento.-
– Va bene. Riposati, pensa, dormi se vuoi. Io mi fermo qui e ti faccio compagnia.
Cadde di nuovo il silenzio tra i due uomini. Il giovane sempre seduto sul pavimento tirò fuori la sua dotazione di stili, li dispose a semicerchio e si mise a temperarli uno per uno. Il più vecchio, Paolo, semisdraiato su un sacco di paglia si assopì. Restarono così per un tempo indefinito. Tutto finì di colpo quando una delle rondini che stavano costruendosi il nido sotto al tetto sbagliò strada, fece un giro velocissimo dentro la stanza e senza andare a sbattere nelle pareti riuscì a reinfilare la porta e a volare via.
Fu allora che Paolo riaprì gli occhi e si rivolse al suo compagno.
– Sai una cosa, ragazzo? Tu hai detto una cosa molto saggia prima –
– Ah, sì? quando?
– Prima, quando parlavamo di ieri sera. La domanda che mi hai fatto. –
– Quale domanda?-
-“Quella” domanda. Quella a cui voi Greci tenete tanto, più che a Omero–
-…-
– Quando hai detto: e tu chi sei? Già. Sai, una cosa? anche io ogni tanto me lo chiedo: ma io…io…io chi sono? –