Le donne laiche superano quelle religiose

segnaliamo l’articolo di Linda LAURA SABBADINI su La Repubblica

La pratica religiosa regolare è sempre stata maggiore tra le donne, ma le differenze di genere sono diminuite nel tempo. Venti anni fa erano di 16 punti percentuali, ora solo di 7.

Non c’è quindi da meravigliarsi che anche le donne siano arrivate al sorpasso delle non praticanti sulle praticanti regolari. Dal 2005 è cominciata a crescere la quota di cittadine che non praticavano. Prima lentamente, anno dopo anno, e poi incrementando di 5 punti negli ultimi due anni, proprio in concomitanza con la pandemia. E così in 20 anni si è dimezzata la percentuale di donne che si recano in un luogo di culto ogni settimana, dal 44% al 22%, a quasi un quinto.

L’allontanamento dalla pratica regolare è evidentissimo tra le giovani. Quelle di 18-24 anni che non praticano mai sono quattro volte e mezzo quelle che lo fanno regolarmente. Dieci anni fa erano solo qualche punto in più. Tra 25 e 34 anni sono più del triplo. Tra 35 e 44 sono il doppio. Tra le bambine da 6 a 13 anni il sorpasso non c’è stato. Ma quelle che non praticano mai sono quadruplicate in 20 anni. Anche tra le anziane il sorpasso non c’è stato, e non perché non ci sia stata una diminuzione della pratica regolare, ma perché le anziane transitano di più dalla pratica regolare a quella irregolare, piuttosto che alla non pratica.

Il fenomeno è trasversale ed è particolarmente di rilievo, perché avviene in un periodo, l’ultimo

ventennio, caratterizzato da crescita dell’invecchiamento della popolazione e aumento dei migranti. Ambedue elementi che dovrebbero contribuire a sostenere i livelli di pratica religiosa, indipendentemente dalla religione professata.

Tra le laureate il sorpasso era già avvenuto nel 2018 e riguarda tutte le fasce di età, tranne le anziane. Tra le diplomate due anni dopo, tra le lavoratrici già dal 2016.

Non emerge una particolare differenza a seconda dei tipi di lavoro svolti dalle donne. Operaie, impiegate, libere professioniste o imprenditrici, tutte ne sono interessate. Resistono soltanto le casalinghe e le ritirate dal lavoro. La crescita del livello di istruzione delle donne e della partecipazione al lavoro hanno contribuito non poco a questo cambiamento in atto.

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