Testimonianza 18: la scoperta del pensiero femminile nella Chiesa
Cresciuta in Svizzera in una famiglia di radici protestanti, sono approdata al cattolicesimo a vent’anni. A ventiquattro ero mamma e sposa. Oggi ho 58 anni, quattro figli ormai adulti e ho ripreso a lavorare a tempo pieno. Il mio è stato un cammino lungo. Non la folgorazione di un attimo. Ho camminato per anni tra dubbi e certezze, tra impennate e rientri, tra fughe in avanti e passi indietro. Moltissimo mi ha dato la pastorale familiare che mi ha fatto scoprire la bellezza e la profondità del legame Penso che se siamo riusciti a mantenere il nostro matrimonio attraverso gli anni e le normali difficoltà della vita, lo dobbiamo alle persone ( coppie di laici e sacerdoti ) che ci hanno accompagnato attraverso gli anni, in seno ad un cammino di Azione Cattolica. Ora quegli incontri sono lontani, i figli cresciuti, il lavoro ripreso. Otto anni fa mi è stato chiesto di prendere in mano la sezione dell’Unione Femminile, che in Canton Ticino, è sì una branca di AC ma che ha la sua piena indipendenza ed autonomia. Indecisa, sopraffatta, dubbiosa, infine ho accettato. Dopo essermi chiesta se avesse davvero un senso tenere in piedi una sezione solo femminile ed essermi risposta (mi scuso del singolare ma ero davvero sola in quel momento) che sì, un senso c’era: dovevo solo trovarlo… La mia ricerca di punti di riferimento mi aveva portata -non ricordo più attraverso quali vie- all’incontro con il Coordinamento delle Teologhe italiane attraverso un loro convegno di una settimana a Camaldoli. Ricordo che stiravo ascoltando il CD e dentro di me ad ogni parola nasceva l’entusiasmo per un mondo che mi si stava svelando! Per anni mi ero sentita perfettamente a casa nella Chiesa: facevo catechismo, accompagnavo i miei bimbi nel loro cammino di fede, animavo l’oratorio, eravamo perfettamente inseriti nella nostra piccola parrocchia. Poi a mano a mano che il tempo passava, mi accorgevo che il mio sentirmi a casa nella Chiesa era principalmente dovuto al fatto che rispondevo perfettamente al modello femminile di sposa e mamma. Ma sempre più spesso mi accorgevo che pochissima attenzione e ancor meno cura, veniva riservata alle mie amiche non sposate, divorziate o che soffrivano per il divorzio dei figli. Tanto che nessuna di loro aveva cercato o cercava aiuto, sollievo, vicinanza nella Chiesa. Sempre più la Chiesa mi appariva un club per persone brave, irreprensibili. Quando questa condizione veniva meno, per un motivo o per l’altro, le persone si allontanavano. Sentendosi inadeguate e forse anche giudicate. Ascoltando le parole delle teologhe sul femminile, sulle donne, sulla loro invisibilità nelle Scritture e nella vita della Chiesa, mi si è aperto un mondo! E ho deciso di percorrerlo per e con le “mie” donne. Intanto un’altra donna ha deciso di affiancarmi e…in due è tutt’un’altra cosa! Insieme quattro anni fa abbiamo iniziato a proporre in diocesi incontri con alcune teologhe del Coordinamento. Il risultato non è stato dirompente, ma ha mosso una prima riflessione. E da allora siamo in cammino su questa pista… Il manifesto delle Donne per la Chiesa ci ha dato un’ ulteriore spinta in avanti. E l’8 marzo di quest’anno sul giornale della nostra diocesi, abbiamo pubblicato tutta una pagina, con tanto di editoriale, sul tema delle donne dentro e fuori dalla Chiesa. Una “prima” assoluta…